Giro di Svizzera 2017, Sagan: “Un buon percorso per me. Ho sentito che alcuni si sono lamentati, ma il ciclismo è così”
Peter Sagan decisamente rilassato dopo il suo secondo successo al Giro di Svizzera 2017. Accresciuto il suo record di vittorie nella rassegna elvetica, il corridore della Bora – hansgrohe arriva in conferenza stampa con molta calma, complici le varie cerimonie protocollari e controlli inevitabili, prendendosi il tempo di scherzare. Dopo aver mostrato il suo interesse per la Confederations Cup che debuttava oggi, le cui immagini erano proiettate nella sala stampa, si è poi concesso alle domande dei giornalisti presenti. Si parte dunque con i tradizionali ringraziamenti ai compagni, che gli hanno permesso di restarsene al coperto in gruppo mentre gli altri attaccavano.
“Hanno fatto davvero un gran lavoro nel giro conclusivo, riuscendo a chiudere sugli attacchi e riportare il gruppo sotto – spiega – Li ho dovuti sfruttare tutti, ma nel finale son contento di aver potuto sfruttare il lavoro della Quick-Step Floors. Mi hanno lasciato stare a ruota di Matteo Trentin, poi è stato positivo anche l’arrivo di Sacha Modolo nell’ultima curva. Speravo partisse prima di me, poi lui è partito a destra, ma era un po’ pericoloso, vicino le transenne, quindi io sono andato a sinistra”.
Apparentemente poco interessato, anche un po’ scaramantico, rispetto al traguardo delle 100 vittorie, il campione del mondo è dunque decisamente soddisfatto della giornata. “Oggi sentivo buone gambe, sono molto felice di questa vittoria – aggiunge – Oggi era una buona giornata per me e sono riuscito a fare quel che dovevo. Era un buon percorso per me, un percorso tecnico, alcune volte un po’ pericoloso, con salite e discese, ma fa parte del gioco”. A questo proposito, non sembra d’accordo con i corridori che hanno espresso perplessità sul circuito odierno: “Ho sentito che alcuni si sono lamentati, ma il ciclismo è così. Altrimenti, potrei lamentarmi anche io, perché spesso nelle corse ci son salite lunghe, e mi fanno male le gambe e devo stare attento al tempo”.
Infatti, la decisione della giuria di neutralizzare l’ultimo giro lo lascia abbastanza indifferente. “Ci sono meno corridori nel finale, è buono per i corridori della generale, ma per me non cambia molto – precisa – Io, che ci siano dieci corridori in più o in meno, devo essere davanti, non mi cambia molto”. Un peccato che l’animatore di questa conferenza non gli abbia permesso di concludere la sua ultima frase al riguardo che iniziava con “le cose stanno così, le regole…” L’impressione era che andava un po’ controcorrente rispetto a molti suoi colleghi, o forse anche rispetto all’organizzazione… Come spesso gli accade, in mezzo a quello che sembra quasi un gioco, lo slovacco sa metterci anche riflessioni non banali.
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